Un riconoscimento per i suoi 44 anni di attività come medico a favore di quanti, affrontando la montagna, ne hanno tratto nella necessità aiuto e conforto. L’assegnazione della Targa d’argento a Bassi vuole premiare l’impegno dei tanti dottori che prendono parte alle operazioni di soccorso in montagna.
“È in estrema periferia che salvi subito o perdi per sempre una qualsiasi situazione, qualche volta una vita” ripete Pietro Bassi quando parla del suo impegno nel soccorso alpino.
Bassi, che dal dopoguerra vive e lavora a Courmayeur, ha curato oltre 36 mila infortunati, molti dei quali scampati a incidenti in montagna. Accanto alla professionalità pone un’umanità eccezionale: “Per risolvere il male bisogna entrarci dentro e soffrire” dice sovente..
Contadino e autodidatta, come ama definirsi, è nato nel 1921 a Borgonovo Val Tidone (Piacenza). Da sempre legato al soccorso alpino, Bassi ha ricoperto, nel corso degli anni, diversi incarichi: istruttore del Corpo nazionale soccorso alpino, istruttore volante delle scuole militari alpine di Aosta, Moena, Predazzo e Selva Gardena, istruttore di soccorso in alta montagna e soccorritore in un elevato numero di soccorsi nella zona del Monte Bianco. Il suo impegno e la sua solidarietà non vivono però solo in alta quota: ha prestato la sua opera, ad esempio, durante i lavori di traforo del Monte Bianco, durante l’alluvione del Bellunese nel 1966 e il terremoto del Fiuli nel 1976.
A Bassi va anche il merito di aver istituito un ambulatorio in grado di prestare soccorso 24 ore su 24, dal quale sono passati aspiranti medici e infermieri entusiasti di apprendere le sue tecniche e la sua filosofia.